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Aosta, 9, 10 e 11 maggio 2003
Tutto come previsto; anzi, tutto meglio del previsto.
Partiti venerdì 9, alle 7,30 circa dalla nostra sede, dove avevamo provveduto a caricare tutto il necessario ed anche di più, abbiamo raccolto gli ultimi partecipanti in Piazza Marcato e poi... via! Aosta ci aspettava.
Bisogna ammettere che il viaggio è stato abbastanza lungo, soprattutto per chi non è aduso al pullman e magari ha un poco sofferto il mal d'auto, ma è stato tutto sommato piacevole e divertente.
Prima tappa in prossimità di Brescia, attorno alle 10, per dare modo ai più assonnati di svegliarsi del tutto e poi, assieme a quelli già ben svegli, di fare un primo sputino assaggiando tutto quel ben di Dio che la sussistenza aveva preparato. Ma una cosa veloce. Sufficiente, però, a rincuorare i partecipanti e metterli, se mai ve ne fosse stato bisogno, di buon umore, tanto che iniziavano subito i primi canti, che sono poi continuati, tra alti e bassi, fino all'arrivo a Bionaz.
La seconda sosta, verso le 13.30, ci ha permesso di apprezzare in modo più approfondito le cibarie ed il buon vino che avevamo appresso. Un'oretta di sosta e quindi l'ultimo salto, tutto d'un fiato, verso Bionaz, non senza aver consumato, in pullman, qualche sfida a scopa, mentre il tempo, bello alla partenza, andava diventando via via sempre più brutto, tanto che siamo arrivati alla mèta nel bel mezzo di un acquazzone che, fortunatamente, si è esaurito nel giro di una mezz'ora per lasciare il posto ad un cielo abbastanza sereno anche se, a quella quota, oltre 1600 m. slm, non c'era proprio il caldo che avevamo lasciato a casa.
Dopo l'arrivo e la sistemazione nell'alloggio riservatoci, dove gli Alpini di Bionaz ci hanno fatto trovare anche un bel po' di brande, è iniziata l'esplorazione della località ed abbiamo scoperto così, immediatamente, i due bar del luogo e il negozio della bella Sonia, tipico dei piccoli paesi di montagna e che ricordava tanto i nostri vecchi negozi, i "casoìn", dove si poteva trovare, come alla Rai, di tutto, di più.
Il rancio serale, arrivato dopo che avevamo avuto modo di degustare qualche bottiglia di buon vino valdostano, ha visto nostri graditi ospiti il Capogruppo di Bionaz accompagnato da alcuni alpini. E' stata l'occasione per un piccolo scambio di doni, tra i quali alcuni libri sui nostri luoghi ed il nostro Gagliardetto, e la promessa di un incontro a Trieste. E, mentre gustavamo alcune grolle di ottimo caffè alla valdostana offerte dai nostri stupendi ospiti, due bravissimi fisarmonicisti, papà e figliolo, ci hanno tenuti allegri con un po' di musica.
Terminato il rancio, alcuni coraggiosi sono scesi ad Aosta con il pulmino messo a disposizione dal Comune, mentre gli altri sono rimasti a Bionaz dove, nei bar locali, ci sono stati momenti di allegria con canti, balli, e la musica dei due fisarmonicisti che ci hanno di nuovo raggiunto. Così abbiamo tirato notte fonda per poi sprofondare in un sonno ristoratore, seppure durato poche ore, dal quale nulla poteva svegliarci.
Sabato 10 maggio. Come sempre quando si è in tanti (oltre 30!) in una unica "camera", la sveglia è piuttosto mattiniera, anche se qualcuno che ha fatto ore piccole con tanta festa resiste alla sveglia forzata.
Prima colazione, quindi, tra le sette e le otto e mezza, intervallata dal via vai verso i servizi che, ovviamente, non possono soddisfare contemporaneamente tutte le richieste. Poi, visto che la mattinata era libera perché si scenderà ad Aosta dopo il rancio di mezzogiorno, si è cercato di organizzare l'attesa...
Mentre alcuni si ossigenavano i polmoni approfittando per fare una passeggiata ristoratrice di qualche chilometro verso il Capoluogo di Bionaz o addirittura verso la diga, un altro gruppetto, diretto con maestria dall'Alpino Lino Cinel, si sistemava fuori del negozio della Sonia, stavolta spalleggiata dalla simpatica mamma, dove ha tenuto botta, tra un fiasco di rosso e una bottiglia di moscato, tra un fetta di torta e un pezzo di fontina, tra un canto e una risata, fino al momento del rancio.
La mattinata è stata occasione anche per un breve ed informale incontro con il Sindaco di Bionaz. Anche a lui abbiamo consegnato, tra le altre cose, il nostro Gagliardetto.
Consumato il pasto, durante il quale abbiamo avuto modo di fare gli auguri ad Alfiero che per la seconda volta ha compiuto gli anni con gli Alpini e per festeggiare ha offerto una ottima crostata locale a tutti, eccoci pronti per scendere a valle e raggiungere il grosso degli Alpini ad Aosta, mentre qualcuno rimarrà su in paese dove più tardi si celebrerà una piccola cerimonia al monumento ai Caduti ed una Messa alla quale abbiamo presenziato con il nostro Gagliardetto.
Nell'attesa abbiamo così avuto modo di visitare la Baita del Gruppo di Bionaz (290 abitanti con 50 Alpini!), dove ci siamo incontrati con altri Gruppi presenti lassù, tra i quali uno di Bassano del Grappa.
La cerimonia, seppure accompagnata da una leggera e fastidiosa pioggia, tipica della montagna, è stata semplice, ma sentita e partecipata: alzabandiera e poi tutti nella bella chiesetta della parrocchia di Santa Margherita per la S. Messa accompagnata da un coro alpino del bergamasco.
Quindi tutti in città per la grande festa. Aosta è piena di Alpini, ce ne sono da tutte le parti, nei giardini, nei prati, nei portici; le strade e le piazze ne sono stracolme, e da ogni parte si vada si sentono nascere cori spontanei che intonano (a volte ci provano soltanto...) le canzoni della tradizione alpina. Ogni tanto passa una fanfara, una banda, grande o piccola, che con le sue marce ravviva, anche se a dire il vero non ce ne sarebbe bisogno, l'atmosfera. Insomma, è festa, è allegria, è la gioia di incontrare gli amici del paese che sono venuti con altri mezzi e solo per questo sembra che non vediamo da secoli, oppure per l'incontro di ex commilitoni o amici che davvero non si vedono da molto tempo.
Ed ogni incontro è occasione per un nuovo brindisi, un abbraccio, una risata, il ricordo del tempo che fu, quando, ventenni o giù di lì, si era in servizio militare a L'Aquila o a Teramo per il CAR e poi a Venzone, Tolmezzo, Chiusaforte, Paluzza, Pontebba, Ugovizza, Tarvisio...; e via con i ricordi, e giù con le ombre...
Ma il tempo incalza, bisogna correre per prendere l'ultimo bus-navetta per salire a Bionaz all'alloggiamento ed essere pronti per la grande sfilata di domani. E così la navetta s'arrampica verso Valpelline dove il nostro Lino ci aspetta con la corriera per portarci a destinazione. Arriviamo sul tardino, è ormai l'1 e 30 circa, e già tanti dormono. Ci salutiamo e ci diamo appuntamento all'alba...
Ed è già domenica. Sveglia alle sette, colazione e poi, alle otto, pronti per la nuova discesa a valle. Il giorno della sfilata è arrivato. Il pullman ci porta a Valpelline dove prendiamo la prima navetta che ci scarica ad Aosta, in una posizione abbastanza favorevole per raggiungere l'ammassamento.
Lì ci dividiamo dalle donne che ci accompagnano. Loro vedranno la sfilata da dietro le transenne e, se ci riuscirà, Anna cercherà di cogliere qualche bella immagine quando noi le passeremo davanti.
C'incamminiamo quindi verso il luogo di raccolta degli Alpini della Sezione di Treviso che raggiungiamo agevolmente e per tempo, anche se molti ci hanno preceduto. La sfilata, nel frattempo ha già consumato circa tre ore della sua lunga durata. Anche noi siamo pronti. Dino, il nostro Alfiere, è lì davanti con tutti gli atri Gagliardetti e... finalmente si parte.
Come sempre, la sfilata consiste in una bella scarpinata (saranno in tutto 3-4 chilometri), ma non si può fare a meno di prendervi parte. Sono quattro chilometri di emozione, di gente assiepata lungo la strada, di applausi, di sorrisi, di evviva, di suono delle fanfare, di finestre piene di gente che grida ed applaude... le tribune, la tribuna d'onore con le Autorità... E' uguale a tutte le altre sfilate, ma è diversa da tutte le altre sfilate. E' sempre difficile raccontarla, bisogna viverla, sentirla dentro...
Siamo arrivati anche in fondo alla sfilata, ancora pieni di emozione, ma bisogna raggiungere l'autobus, Bionaz, tornare a Casa. Sul più bello i bus navetta hanno sospeso le loro corse e Lino deve correre giù da Valpelline a prelevarci, ma, anche se con un poco di ritardo arriviamo a destinazione e, grazie a chi era rimasto sul luogo ed a coloro che ci avevano in qualche modo preceduti, il rancio è già pronto e, dopo quella camminata, lo consumiamo con avidità.
E' finita, non ci resta che riordinare l'alloggio, caricare il tutto sul pullman e partire verso casa, ma non prima di aver salutato chi potevamo trovare (bar e negozio) e fatto una foto di gruppo davanti alla corriera.
E giù, verso valle, i tornanti, le gallerie, l'autostrada e... le immancabili colonne che ci hanno costretto per qualche decina di chilometri a passo d'uomo. Quando le abbiano superate, mantenendoci allegri con qualche canto, era ormai ora di fermarci per uno spuntino, visto che a casa non saremmo arrivati che a notte fonda.
E così, dopo una sosta "tecnica" verso le 18 per "vuotarci", farci un prosecco veloce e sgranchirci le gambe, ci siamo rifatti il palato alle 21 circa, nei dintorni di Brescia, dando fondo (senza riuscirci) alle provviste.
Un ultimo strappo, sempre tra allegri motivi eseguiti da ormai improbabili cantori e, verso l'1,30 di notte siamo di nuovo nella nostra baita. Scarichiamo velocemente l'autobus in modo che anche Lino possa andare a riposarsi e, dopo aver ringraziati tutti i partecipanti, ed in particolare gli amici che si sono dedicati ai servizi di cucina, Mario, Lino, Raffaele, Giovanni e Giacomo, che si prendono un meritatissimo applauso, non ci resta che darci un caloroso arrivederci.
Un grandissimo ringraziamento lo dobbiamo agli Alpini di Bionaz con in testa il loro Capogruppo Leo Zenoni, ed a tutti gli abitanti di Bionaz tramite il Sindaco Giulio Venturini, per la calda, cordiale, impareggiabile accoglienza e per tutto quello che hanno fatto per noi. Speriamo di poter avere l'occasione per incontrarci nuovamente.