La storia continua - Gruppo Alpini Crocetta del Montello

- Sezione di Treviso -
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La storia
...E la storia continua
Il 6 maggio 1962, come abbiamo detto riprende, nella Sezione di Treviso, la bella avventura del Gruppo Alpini di Crocetta del Montello iniziata nel 1931 e poi interrotta.
Pochi mesi dopo, si celebrò la prima Assemblea a seguito della quale venne eletto il Consiglio Direttivo che, a sua volta, nominò le cariche Sociali: Capogruppo Virgilio Truccolo, che ricoprirà la carica fino al 1980, Segretario Antonio Tormena, Consiglieri gli alpini Giovanni Camilli, Vittorio Dinello (che era stato Capogruppo negli anni '30), Giuseppe Fontanella e Giuseppe Poloni.
Molte sono state le iniziative del Gruppo dalla sua rifondazione ad oggi (del periodo precedente non si hanno purtroppo notizie), che hanno dato ai Soci tante soddisfazioni e, purtroppo, non dobbiamo dimenticarlo, anche la tristezza delle dolorose lacerazioni, perché tali furono per le ragioni e il modo in cui avvennero, del 1979 e del 1984, quando nacquero, rispettivamente, i Gruppi di Ciano e di Nogarè, ai quali va peraltro il nostro rispetto e la nostra amicizia e con i quali negli ultimi anni sono state realizzate assieme, a livello di Raggruppamento sezionale, diverse importanti manifestazioni e iniziative, soprattutto con il mondo della scuola.
Ricordiamo con orgoglio, su tutte, la realizzazione del  Monumento alla “Madre dei Caduti”, rappresentata da una scultura del Maestro Toni Benetton, inaugurato con una memorabile cerimonia, il 29 settembre 1968, quando tutti gli Alpini del Comune erano ancora riuniti sotto un unico Gagliardetto.
E anche il giorno dell’inaugurazione del Monumento, crediamo se non l’unico in Italia certamente uno dei pochissimi, dedicato alla “Madre dei Caduti”, fu per Crocetta del Montello un’altra di quelle giornate che rimangono scritte nella storia del paese e incise nella memoria di chi le ha vissute.
Il numero 4 di Fameja Alpina (il periodico della Sezione di Treviso) di ottobre/dicembre 1968 riporta, con dovizia di particolari, la notizia della cerimonia. Per capire l’importanza dell’avvenimento basta ricordare che erano presenti il picchetto armato del 33° Reggimento di artiglieria della Folgore e  la Fanfara del 7° Reggimento Alpini, oltre ad uno stuolo di importanti ospiti che dava lustro alla cerimonia. Si veda la pagina dedicata al Monumento >Per ricordare>Monumento Mamma Caduti.
Altro capitolo importante della storia del Gruppo è stata la partecipazione di alcuni nostri Soci al cantiere di lavoro dell'A.N.A. N° 10 per la ricostruzione dopo il tremendo terremoto del 1976 in Friuli, a Pinzano. Quello di Crocetta del Montello fu sicuramente uno dei Gruppi più numerosi e più attivi, con decine di partecipanti che offersero complessivamente molte centinaia d’ore di lavoro. Vi fecero parte gli Alpini Silvio Antiga, Armando Binotto, Mario Comazzetto, Giuseppe Costa, Mariano Gatto, Giuseppe Malosso, Giacomo (Franco) Stolfi, Raffaele Tonello e Virgilio Truccolo e i volontari aggregati al Gruppo di Crocetta Bruno Bolzonello, Franco Bordin, Mario Buratto, Rino Calabretto, Franco Favaro, Fabio Fornasier, Renato Gallina, Ugo Gasparetto, Sergio Gobbo, Policarpo Graziotin, Flavio Marchioretto, Antonio Moretti, Odorico Moretto, Aldo Parolin, Marino Parolin, Giacomo Pavan, Giuseppe Perozzo, Ermes Quer e Gianlorenzo Zandonella.
Notevole il contributo dato negli anni successivi dal Gruppo per la realizzazione di una casa per il recupero di tossicodipendenti a Fontanelle, su iniziativa della Sezione di Treviso, dove prestarono la loro opera volontaria gli Alpini Silvio Antiga, Guerrino Baù, Bruno Binotto, Tarcisio Buziol, Oreste Candon, Arnaldo Furlan, Lino Faganello, Mariano Gatto, Silvestro Grotto, Giovanni Mattiello, Giuseppe Malosso, Mirco Piccolo, Primo Polegato e Raffaele Tonello, e i volontari Mario Buratto, Battista Brusaferri, Luigi Cescato, Adriano Furlan e Carlo Giolo.
A tutti questi benemeriti, Alpini e volontari, va, oltre al riconoscimento di chi è stato beneficiato della loro tanto importante quanto disinteressata e preziosa opera, anche il nostro grazie per avere onorato il Gruppo.
E dal terremoto del Friuli trae origine la  storia della nostra Casa, inaugurata il 24 settembre 2000 con un raduno sezionale, la cui cronaca e le immagini sono riportate in altro documento del sito.
Altro bellissimo momento di affratellamento è stato il   gemellaggio, suggellato con la cerimonia del 18 settembre 1982, in occasione della festa per il ventennale di costituzione, tra il nostro Gruppo e quello di Rauscedo, frazione del Comune di San Giorgio della Richinvelda in Provincia di Pordenone. Anche quella volta fu festa granda, con ammassamento in Piazza IV novembre a Nogarè (la Frazione di Nogarè faceva ancora Gruppo unico con Crocetta) e sfilata fino a Piazza Marcato dove Don Ernesto Spricigo, parroco di Nogarè, celebrò la S. Messa nell’altare del Monumento alla “Madre dei Caduti”. Dopo la cerimonia religiosa, lo scambio di targhe ricordo, i discorsi di circostanza e il rancio nella tensostruttura installata per l'occasione in Piazza Marcato. I festeggiamenti continuarono in allegria fino a sera inoltrata.
Molti sono stati coloro che con la loro operosità volontaria, gratuita e silenziosa, con il loro prezioso lavoro dove (e quando) c’era bisogno hanno tenuto alto il nome del Gruppo. Alcuni si sono distinti per altre iniziative o per la particolarità della loro figura o ancora semplicemente perché, a loro modo, erano dei "personaggi". A ciascuno speriamo di aver reso o di rendere, con qualche immagine e con poche, pochissime parole, il giusto e doveroso tributo.
A conclusione di questa breve carrellata sulla storia del Gruppo Alpini di Crocetta del Montello, non ci rimane che auspicare che i Reparti Alpini in armi continuino ad esistere, se necessario anche formati da volontari, pur con la speranza che mai più debbano essere impegnati in azioni belliche, affinché continui ad essere alimentato quello spirito che, fin dalla loro costituzione, ha sempre animato le Penne Nere: l’amore per la Bandiera e per la Patria, lo spirito di Corpo, l’amore ed il rispetto per la natura; la grande sensibilità, disponibilità e l’altruismo per le persone colpite da calamità, che essi hanno sempre avuto e ancora più  magnificamente espresso con la nascita della protezione civile.
Gli Alpini sono depositari di sentimenti e di tradizioni che vorremmo, anche attraverso questa breve cronaca e queste immagini, tramandare negli anni, sperando che chi ci seguirà le raccolga, coltivi ed alimenti con il nostro stesso amore, con la nostra stessa passione.
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