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Nei Comuni
del Friuli colpiti dal tremendo terremoto del 1976, che causò
circa mille vittime, man mano che la ricostruzione avanzava le famiglie ritornavano ad
abitare le case prima abbandonate e via via si liberavano i prefabbricati fino a
quel momento utilizzati.
Alcuni di quei Comuni, in accordo con la Protezione Civile
e l'A.N.A.,
decisero di
assegnarne un certo numero ai Gruppi alpini che avevano partecipato alla
ricostruzione che ne avessero fatto richiesta, per adibirli a loro Sedi. Anche il nostro Gruppo,
che partecipò al Cantiere di lavoro di Pianzano, ne chiese e ne
ottenne uno dal Comune di Buia, fino ad allora utilizzato dalla famiglia Ursella
in località (o via) Sottocostola, che aveva potuto finalmente rientrare nella propria
casa.
Fù cosi che
il 21 luglio 1984, sabato, un drappello di uomini composto da Carlo Antiga,
Guerrino Baù, Daniele
Campagnola, Luciano De Bortoli,
Lino Faganello, Arnaldo Furlan, Mariano Gatto,
Giovanni Mattiello, Silvio Noal e Andrea Scandiuzzi (quest'ultimo aveva già
fatto un sopralluogo sul posto), si recò a Buia e smontò,
pezzo per pezzo, chiodo per chiodo (ma quanti erano!) il prefabbricato
che ci era stato assegnato.
Qualche
giorno dopo (martedì 31 luglio) un secondo gruppo, del quale facevano parte Giorgio Baiocco,
Guerrino Baù, Felice Bedin, Luigi Cescato,
Loris Frada, Diego Morandin e Primo Polegato, tornò a Buia con un autocarro e lo portò a casa, dove erano ad
attenderli Carlo Antiga, Ferdinando Bolzonello,
Lino Faganello, Mariano Gatto e
Giovanni Piva per aiutarli nelle operazioni di scarico.
Successivamente,
a seguito del dibattito apertosi in seno al Gruppo sulla costruzione della
nostra Casa degli Alpini, l’idea del prefabbricato venne ad un certo punto,
anche se con decisione sofferta per ciò che il prefabbricato medesimo rappresentava, abbandonata e si optò,
alla fine,
per un edificio in cemento armato e mattoni. La casetta in legno fu ceduta ad un privato, ed il (modesto) contributo che questi
versò in cambio andò a sommarsi ai fondi (per la verità non molti) fino a quel
momento in cassa.
Ma bisognava
anche individuare il terreno ove erigere il fabbricato, cosa non facilissima
dovendo, a causa dell'esistenza di tre Gruppi (nel frattempo si era costituito
anche quello di Nogarè), rimanere nell’ambito della frazione di Crocetta. Il problema si risolse grazie
all’interessamento dell’Amministrazione Comunale, Sindaco il
Dr. Claudio Bianchin, intervenuta presso l’allora Consorzio Provinciale per la
Formazione Professionale, del quale facevano parte l'Amministrazione Provinciale
di Treviso e i Comuni di Cornuda, Pederobba, Vidor e Crocetta del Montello,
che concesse in comodato gratuito l’area ove sorge la Casa degli Alpini.
I lavori, a
dire il vero, sono andati avanti un poco a rilento, ma sono stati effettuati
senza alcun importante sostegno esterno, se si eccettua qualche piccolo
contributo o donazione di alcuni materiali, con le sole forze dei Soci del Gruppo,
i quali hanno autofinanziato l’acquisto dei materiali, mentre la manodopera è stata
per buona parte volontaria.
E’ con
tanti ranci (all’Isola dei Morti, sul Monfenera, presso la Tenuta
Vanetti sul Montello), gite, "veglie verdi", cenoni di capodanno e tante altre simpatiche (e
faticose)
occasioni e grazie al lavoro dei soliti noti, che è stato raccolto il denaro
necessario.
E così,
pezzo dopo pezzo, mattone dopo mattone, muro dopo muro questo nostro sogno ha
preso corpo ed oggi possiamo essere orgogliosi del risultato raggiunto, per il
quale dobbiamo gratitudine a quei Soci che nel cantiere hanno passato molte delle loro ore e
giornate libere e a quanti hanno contribuito sia con offerte in
denaro che con la donazione di materiali, come pure dal punto
di vista tecnico-amministrativo.
E’ un
compito arduo e corriamo il rischio di dimenticarne qualcuno, con il quale fin
d’ora ci scusiamo, ma vorremmo qui ricordarli tutti, a futura memoria, anche
perché qualcuno di loro già non è più tra noi, ringraziandoli chi per il
lavoro svolto manualmente, chi, Soci o non Soci, per un contributo o per aver in altro modo
sostenuto l’opera. Eccoli:
Carlo Antiga,
Silvio Antiga, Guerrino Bau’, Felice Bedin,
Sergio Bigarella.
Bruno Binotto 1936, Ferdinando Bolzonello, Renato Bolzonello,
Dino Bonora, Giuseppe Bonora, Roberto Bonora,
Tarcisio Buziol, Gabriele Calabretto, Daniele
Campagnola, Oreste Candon, Bruno Canova,
Mario Canova, Luca Cavasin, Elvio Cervi,
Milo Cervi, Agostino Cinel, Lino Cinel (anche per il
Milan Club Crocetta che
ha offerto un contributo per l'acquisto dell'aquila bronzea), Guerrino Cinel,
Eugenio D’Ambroso,
Giovanni Dal Zotto 1931, Giovanni Dal Zotto 1938,
Sergio Dalla Lana,
Gianni De Bortoli, Luciano De Bortoli, Redenzio De Faveri,
Maurizio Fabretto, Lino Faganello, Loris Frada,
Arnaldo Furlan,
Alberto Gallina, Fabio Gatto,
Mariano Gatto, Francesco Geronazzo,
Gianmarco Golfetto,
Silvestro
Grotto, Raffaele Innocente, Giuseppe Malosso,
Mario Malosso, Roberto Marta, Giovanni Mattiello,
Francesco Mondin, Arrigo Nicoletti,
Armando Noal, Silvio Noal, Mirco Piccolo,
Gianni Piva,
Giovanni Piva, Ferdinando ch. Benito) Polegato, Primo Polegato,
Loris Roccon, Andrea Scandiuzzi e Giacomo (ch. Franco) Stolfi.
Nota: I nomi in
corsivo sono degli Alpini e amici "Andati Avanti"
La nostra riconoscenza
anche al Dr. Claudio Bianchin, Sindaco del tempo, che individuò il terreno ove
sorge la Casa e si adoperò perché lo avessimo in concessione, a Giancarlo Fritz, Sindaco dell'inaugurazione, all'Ing.
Giampaolo Pilati di Cornuda e all'Arch. Mario Ligabue
di Crocetta per la progettazione, direzione dei
lavori e collaudo ed a quanti altri hanno dato
il loro contributo.
A
tutti essi va la riconoscenza di tutti gli Alpini e Amici degli Alpini del
nostro Gruppo per la generosità, la capacità, la passione, la disponibilità ed
anche la competenza dimostrate
anche in questa occasione.
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