11
12
13
14
15
16
17
18
19
20 |
Si mette all'opera
un inedito trio di cucinieri composto da, manco farlo apposta, Lino, Lino
e... Lino! I tre Lino hanno in comune solo il nome, poi troviamo
il Faganello, l'uomo d'ordine, quello dei tre che cerca di tenere un
po' più in ordine la cucina, la dispensa, il refettorio; c'è poi il
Costa, quello che fa un po' di confusione ma si da da fare a testa
bassa, sudando le proverbiali sette camicie, un po' aiutato (a sudare)
da qualche generosa sorsata di vino; troviamo poi il Cinel, il poeta,
l'artista, quello del tocco finale, che sarà molto impegnato, oltre
che nella cucina, anche (soprattutto) nel fare degna compagnia al
compare Paolo: tre giorni pieni (quasi quattro...) tra ombre e
spuntini. Ai tre danno una mano in tanti, ma su tutti si distingue
Aldo che si da molto da fare. A tutti e quattro il sentito e sincero
grazie di tutto il gruppo.
Si prepara il primo rancio, per il
venerdì sera, quando abbiamo ospiti anche le tre gentili signore che
hanno fatto il viaggio con noi e, dopo aver pernottato, sabato mattina
ci lasceranno per Torino. Il pasto è come sempre ottimo e abbondante,
e si chiude con una prelibatezza: la focaccia del bravo Gianni, che è
rimasto a casa, sulla quale spalmiamo del cioccolato fondente... fuso.
Roba la leccarsi i baffi, ma la prima lunga notte ci aspetta a Cuneo,
dove la gran parte di noi non vede l'ora di andare. I rientri sono
frammentati, ed a notte fonda continuano gli arrivi di gente più o
meno "allegra" e che, appena di butta in branda, passa direttamente
dal canticchiare al... russare! Ve li raccomandiamo: Silvio Piva,
Natalino Moretto, Lino Costa, Paolo Piccolo, e altri comprimari.
La mattinata del sabato
passa tra una passeggiata in centro (oltre che per l'adunata, anche per
approfittare per dare un'occhiata a questa bella città che molti di
noi vedono per la prima volta ed in giro a "casa" magari a recuperare
qualche ritardatario) e l'altra, fino all'ora del rancio, che vede
tutti impegnati in una bella ed abbondante abbuffata poiché a sera la
cucina resterà chiusa per consentire anche ai "lini" un po' di libertà
da passare a Cuneo.
Anche la notte di sabato
vede gli arrivi scaglionati degli ultimi cantanti che si sono esibiti
qua' a là tra un brindisi e l'altro, e la notte passa tra i vari
rumori "corporali" di chi ha ecceduto nelle libagioni.
Ma la domenica, il giorno
della grande sfilata è arrivato: tutti in piedi per la colazione, dopo
la quale ci si avvia, in vari gruppetti alla volta dell'ammassamento
che, a dire il vero, si trova proprio dalla parte opposta della città
rispetto al luogo dove noi siamo alloggiati.
Ma la giornata promette
bel tempo e, comunque, gli alpini non si scompongono.
Ci si ritrova quindi tutti
all'ammassamento, dove è arrivato in anticipo rispetto al gruppo
il nostro alfiere, Giuseppe, Bepi Mazzocato, che porta con la dovuta
dose di orgoglio il Gagliardetto del Gruppo.
I tempi, come sempre, si
allungano, ma viene anche per noi il momento di muovere verso il centro
della città, verso la tribuna d'onora, come sempre gremita di un sacco
di personalità gran parte delle quali, a nostro avviso, nemmeno
capisce bene cosa stia succedendo, coinvolta in quello che,
probabilmente, per i più, è soltanto un evento mondano, un
appuntamento pubblico, una occasione per esibirsi...
Ma gli alpini l'adunata la
conoscono, la sentono, la vivono, la "godono". Ed ecco questa lunga,
interminabile sfilata che dura circa 12 ore, sempre stretta tra due
grandiose ali di folla, di gente che a sera si troverà con le mani
spellate a forze di applausi. È il nostro momento, ce lo gustiamo
tutto pur se costa un po' di fatica percorrere tutto questo
lunghissimo viale coneense e... è fatta!
Torniamo, con l'ausilio
dei bus navetta che, almeno per quanto ci riguarda, hanno funzionato
bene, a Confreria dove la cucina nel frattempo è stata allertata e
preparerà degli ottimi tortellini in brodo assieme ad altre leccornie.
Il pomeriggio passa tra un
riposino ed un'altro giro a Cuneo a vedere terminare la sfilata e,
dopo il rancio serale, a passeggio, a prendere un caffè nei vicini
bar, con una partita a carte.
Lunedì mattina si sbaracca
tutto! Bisogna partire alla volta di Parma, dove gli amici della
Valtaro Formaggi ci attendono per uno spuntino verso mezzogiorno.
Carichiamo tutto,
salutiamo gli impareggiabili Natale e Marcello con una
arrivederci, lasciamo loro qualche buona bottiglia di vino che abbiamo
risparmiato e, dopo aver sistemato "in carrozza" qualche alpino non
ancora nel pieno delle
forze, partiamo.
L'intenso traffico ci
causa qualche ritardo, ma all'una e mezza siamo a Parma, dove Carlo,
Guido e Andrea ci stanno aspettando. Noi abbiamo un po' di
appetito, e quindi mentre qualcuno provvede agli acquisti del caso, spuntiniamo con dell'ottimo prosciutto e del buonissimo reggiano,
pane, vino e via dicendo.
Salutiamo a malincuore
anche gli amici di Parma e ci avviamo verso casa, mentre ormai mezzo
pullman... dorme.
Il viaggio termina attorno
alle 20, non prima che il Capogruppo inviti tutti i partecipanti a
questa adunata per una allegra rimpatriata.
Un ultimo saluto, un
grazie ai cucinieri, ai coadiuvanti, all'autista e, infine, tutti a casa
per un buon riposo ristoratore. |