Cronaca di una grande, grandissima adunata...
Dopo tanta attesa e i
preparativi degli ultimi giorni (guai che manchi qualcosa!), è finalmente
arrivato anche il giorno della partenza. E così, come tutti gli anni,
puntuale ritrovo alle 7 del mattino in Baita ad aspettare che arrivi la
corriera e caricarla dei nostri giacigli di fortuna (tutto il
vettovagliamento ed i viveri sono già a posto su un furgone); quindi un
salto in Piazza Marcato a raccogliere gli ultimi partecipanti e via... Parma ci aspetta.
L'avvio è, come sempre,
considerata anche l'ora, piuttosto sonnolento e qualcuno ne approfitta anche
per fare l'ultimo pisolino. Ma già in vista della tappa di Soave, per la
rituale, abbondante colazione a base di affettati vari, formaggio, uova
sode, un buon bicchiere di vino e per i più coraggiosi anche l'acqua
indiana, ovvero la grappa di Cinel dal Borgo Indian, l'atmosfera cambia, si
ravviva, diventa frizzante ed allegra, escono fuori gli Alpini, vengono
intonati i primi canti.
Ancora una fetta di soppressa,
un pezzettino di formaggio,
l'ultima ombra e poi tutti in corriera; a mezzogiorno ci
aspettano gli amici a Borgotaro, periferia ovest di Parma, per il pranzo,
chiamiamolo così, a base di prodotti tipici locali.
Arriviamo con una certa
puntualità, verso le 12,15 e troviamo Carlo con il figlio Andrea, Giuseppe e
il ragioniere (che mi perdonerà se non ricordo il suo nome), che ci accolgono con
una bella tavolata pronta per noi.
Ed ecco una maestosa forma di
parmigiano reggiano pronta a sostenere il nostro assalto, un buon
prosciuttone, un eccellente culatello e dei salami di Felino pronti ad
essere affettati fino a saziare quella quarantina o poco più di Alpini che
mangiano (urca se mangiano!) che sembrano un battagione!
Il buon (e
simpaticissimo) Carlo, ha messo in tavola anche del buonissimo vino della sua riserva
personale; noi ci aggiungiamo un po' del nostro prosecco e un ottimo vinello
rosso prodotto dal vecio Cinel, condiamo il tutto con il proverbiale appetito
degli Alpini e... va
bene cosi!
Il risultato lo si può
facilmente immaginare dando un'occhiata alle immagini.
Tra un boccone di parmigiano
ed una fetta di prosciutto o culatello e l'altra, non manca un po' di musica
suonata dai tre simpatici e bravi musicisti che si sono uniti a noi in
questa avventura, anche se il percussionista alla grancassa, non riuscendo a
recuperare la mazza finita
in mezzo a tante altre cose, ha dovuto arrangiarsi come si vede nelle
fotografie!
Finché, ovviamente, sempre
continuando a masticare e a trangugiare qualche ombra, non è partito il
coro.
Dagli amici della Valtaro
Formaggi di Borgotaro, che ringraziamo ancora per la cortesia e l'ospitalità
che ci hanno riservato, siamo stati davvero bene e abbiamo fatto scorta di
parmigiano e prosciutto per un po' di tempo, ma Parma chiama!
Carichiamo quindi tutto quello
che abbiamo da caricare sulla corriera e sul furgone e ci avviamo verso la
mèta, la Parrocchia San Benedetto, in Via Saffi, a Parma.
Ci arriviamo verso le 15,30,
accolti da Don Stefano che ci da le ultime indicazioni circa i nostri
"alloggi" dei quali prendiamo subito possesso, scarichiamo il pullman,
sistemiamo "camerate", "cucina", e "refettorio", dopo di che siamo pronti per il
primo contatto con la città che, dobbiamo dirlo subito, si è dimostrata
molto ospitale ed accogliente.
Ma questa è un'altra storia
che comincia adesso... |
Uno dei ragazzi che frequentano l'Oratorio della Parrocchia San Benedetto di
Parma, dove eravamo alloggiati, ospiti di Don Sandro e Don Stefano, ha scritto,
in occasione della Adunata, questa breve poesia, dedicata agli
Alpini.
La pubblichiamo volentieri. |
S. Geminiano di
Parma
Adunata Nazionale
14-15 maggio 2005
Là dove l'Aquila vola planando, sui
confini, rosati, di luce serale; l'Alpino aspetta intrepido un segno, un
rumore; qualcosa che l'invita al sacrificio!
L'AMOR PATRIO che serba in corpo lo
culla e lo conforta nel buio dell'orror.
Nascosto nella trincea, di fianco i muli
il fucile in mano, e l'occhio che scruta nel profondo paesaggio incantato!
La mente ricorda la moglie, i figli, i
nonni e tutti i cari e al sibilo che gli fu fatal dico convinto:
"Non guerra, non odio e fiori nei vostri
cannoni". Ora l'Alpino ha difeso la terra, il cielo e la libertà e io che
sono commosso del suo gesto d'amor,
Metto sulla tomba un fiore che non
seccherà mai perchè l'Alpino sarà sempre nel mio cuor.
VIVA GLI ALPINI
Lorenzo Mettari |
Già al primo impatto la città promette molto bene.
Anche il traffico sulle strade di accesso, che solitamente è caotico è invece
piacevolmente scorrevole. I primi incontri con i parmigiani, poi, non fanno
che confermare la buona fama della quale godono. Sembrano anch'essi
positivamente sorpresi, dopo i dubbi e timori che avevano per l'arrivo di
cotanta massa di Alpini.
Tutta la gente che incontriamo è gentile,
affabile, ben disposta verso di noi e questo non può che metterci a nostro
agio. Il giro per la città, sia dal punto di vista enogastronomico che
artistico-culturale è tutto uno scoprire le bontà e le bellezze (non solo
artistiche - vedi foto n° 13 ed altre) parmensi.
La sera incombe, e dopo il rancio preparato
con maestria dai nostri cucinieri ci aspetta una nottata di canti, di
abbracci, di commozione per l'imprevisto incontro di un vecchio commilitone
che non si vedeva da chissà quanto tempo... E così si va avanti tutta la
notte.
Le attività del "campo" iniziano di buon’ora,
verso le 5,30, in concomitanza con gli ultimi rientri dopo una notte di
pubbliche relazioni in città fra amici alpini. Tappa d’obbligo anche il
“box” di Tano Pronol da Bigoin che ha portato all’adunata anche la sua
Topolino fuori serie, battezzata “AL VIN”, dotata di ampie riserve di
“benzina” dei colli di Bigolino. A quell’ora del mattino olezza nell’aria
del cortile dell'Oratorio il
profumo del formaggio cotto e di pancetta ai ferri per una "leggera" prima colazione
che attirano anche Don Stefano, sempre impegnato a organizzare attività con i giovani e fine
buongustaio che ha molto apprezzato i manicaretti preparati dalla nostra
cucina.
A quell'ora c’è poi chi sta rientrando e fa un po’
di confusione salutando con un “Bon soire” al posto di un “Bon jour” (tant'è!) oppure
qualcuno che, cantando o piangendo, cerca ancora quell'amico che ha perso durante la
notte.
Nel primo pomeriggio di sabato siamo stati raggiunti
anche dal
gruppo dell’Hostaria, capitanato da Pelè, che si è assunto la non lieve
responsabilità di portare con sé una recluta un po’ impacciata, Luciano,
partito "volontario" (leggi: caricato a forza) senza cappello alpino e con un
cambio di biancheria (della moglie). Nel loro peregrinare verso Parma
avevano anche avuto modo e tempo di portare un po’ di allegria ad un gruppo
di persone diversamente abili. Conoscendoli bene tutti sappiamo che questi, come
“cabarettisti” non sono secondi a nessuno e immaginiamo quindi le risate…
Da dire che a Parma i convenuti hanno
potuto anche visitare bellezze artistiche quali il Duomo, il Battistero, il
Teatro Farnese, il Teatro Regio, il museo dove, tra l’altro, è esposto un
capolavoro del Canova: la statua di Maria Luigia, moglie di Napoleone
Buonaparte, bella, da abbracciare, ma che Redenzio e “zio” Fernando hanno
trovata un po’ freddina e così hanno preferito abbracciare e baciare altre bellezze locali
in carne ed ossa.
Durante i tre giorni dell'adunata gli Alpini,
poi, si comportano
come gli uccellini in amore: cantano e svolazzano da... un ramo all'altro. Si
odono solisti, cori a due o più
voci, di tutti i tipi, spesso improvvisati. Ma perché, ci si chiede, mezzo
milione di persone si incontrano ogni anno e cantano, cantano, cantano? (non
disdegnando qualche "strucon" a qualche bella ragazza). Una
risposta l’ha data l’Alpino Oscar Barcella di Bergamo che ha presentato i
canti del “Coro dei congedati” della Brigata Alpina Tridentina, il sabato
sera: gli Alpini cantano perché sono ragazzi in gamba e restano ragazzi in
gamba.
Ma, come sempre, il momento culminante è LA
SFILATA! Gli alpini di Crocetta vi partecipano in massa e aspettano con
pazienza la solita ora e mezza prima che la colonna si muova; ma ne valeva
la pena!
Bisogna dire che poche volte abbiamo visto
così tanta gente assiepata ai lati del lungo percorso, dall'inizio della
sfilata alla fine e oltre; tanta, tanta gente che ci salutava, ci
applaudiva, ci ringraziava e noi ricambiavamo a nostra volta con lunghi e
ritmati applausi! Roba da far venire ancora i brividi alla schiena al solo
pensarci! Così il Gruppo di Crocetta, in attesa di muovere, è riuscito a
terminare in breve tempo tutte le scorte di vino genialmente predisposte dai
compari Paolo & Lino (vedi foto n° 9) e a ben figurare alla sfilata durante la quale il
Capogruppo ha più volte segnato il tempo della marcia con precisione.
È terminata la sfilata ed è
finita anche la nostra adunata. Un rancio leggero ci rimette in sesto dalla
lunga camminata, dopo di che smobilitiamo il campo, salutiamo tutti, Don
Stefano in testa, al quale dobbiamo ancora un grosso grazie da estendere a
Don Sandro e a tutti i ragazzi della Parrocchia, e ci avviamo verso casa,
non senza un po' di nostalgia, cominciando ad aspettare... Asiago!
Grazie, Parma! Grazie per questa grande
adunata che ci hai offerto. |